martedì 29 novembre 2016

SCUOLA E DIDATTICA IMMERSIVA. MONTANARI E STRAMBI, Insegnare con la realtà virtuale e aumentata, l'ultima sfida della didattica in Itali, LA REPUBBLICA, 28 novembre 2016

INFILATE guanti e caschetto, si entra in classe, non nella classe reale, quella con i muri,  i banchi e la lavagna, ma in quella virtuale, dentro un computer. Due joystick fra le mani per muoversi, prendere e spostare gli oggetti, come se fosse tutto vero. Si chiama "didattica immersiva" l'ultima sfida della scuola italiana. Vista oggi, dalle cattedre di molti istituti, sembra davvero un balzo nel futuro. Eppure è qui e c'è  un avamposto, una pattuglia di insegnanti che già la sperimenta senza troppi clamori nelle classi. Sono ancora casi sporadici e sperimentali quelli che usano Minecraft o EdMondo (un programma open  source) o la realtà aumentata.
http://www.scuola-digitale.it/ed-mondo/progetto/info/

mercoledì 23 novembre 2016

MASS MEDIA E SOCIAL NETWORK. UNA RICERCA. R. CAGNAZZO, I social network? «Una minaccia per la carriera». Ma gli utenti non si cancellano per non perdere amici e ricordi digitali, CORRIERE DELLA SERA, 23 novembre 2016

Facebook, Twitter e gli account di tutti gli altri social network andrebbero chiusi. E non tanto perché promuovono una cultura superficiale, allontanano dai rapporti personali e minacciano il sonno, l'autostima e quanto altro. Andrebbero chiusi perché minacciano la carriera e il lavoro di ciascuno di noi. A sostenere questa tesi, in modo anche abbastanza perentorio, è Cal Newport professore associato alla Georgetown University. «In un'economia capitalistica, il mercato premia le cose che sono rare e preziose. E l'uso dei social network non rientra esattamente in questa logica» dice lo studioso.

domenica 13 novembre 2016

SOCIOLOGIA. INDIVIDUALISMO E CONFORMISMO OGGI. M. VALENSISE, L’età delle buone intenzioni. Recensione ad un saggio del sociologo J-P. Le Goff, IL FOGLIO, 7 marzo 2016

Come mai restiamo inerti? Come mai siamo così vulnerabili? Come mai reagiamo con tanta indolenza ai fanatici assatanati che vorrebbero mettere a ferro e a fuoco le nostre città, senza nemmeno riuscire a capire cosa li muove e cosa vogliono? Gli attentati del novembre scorso a Parigi hanno dimostrato che di fronte all’orrore di un massacro di massa è come se fossimo finiti tutti dentro una vignetta di Peynet: capaci solo di sfilare in silenzio davanti ai luoghi dell’eccidio, di stringerci in lacrime sventolando bandiere arcobaleno, di cantare in coro nenie lamentose, deporre orsetti di pelouche e accendere lumini sulle strade insanguinate. 



SOCIOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI. REDAZIONE, le illusioni del management. Recensione al saggio di J-P. Le Goff, Le illusioni del management. Per un ritorno al buon senso (1993), LA FRUSTA

Un uomo che sa svolgere con intelligenza una metafora, può ben guidare un branco di imbecilli”, scriveva in una sua lettera Gustave Flaubert. Questa massima impietosa mi ronzava nelle orecchie mentre abbordavo questo libro, purtroppo non tradotto in italiano.

http://lafrusta.homestead.com/rec_legoff.html

FRANCIA. LA DISCUSSIONE SUL BURKINI. RELIGIONI E SIMBOLI RELIGIOSI. S. MONTEFIORI, «Burkini? Ordinanze troppo emotive Ma vanno difese le nostre conquiste» Intervista con il sociologo J-P. Le Goff, CORRIERE DELLA SERA, 26 agosto 2016

PARIGI «Dal punto di vista giuridico c’è poco da dire, la sentenza del Consiglio di Stato è corretta e del resto le ordinanze erano formulate male, scritte in modo precipitoso ed emotivo dopo gli attentati. Tiravano in ballo la laicità quando non è questo il punto». Jean-Pierre Le Goff, filosofo e sociologo, ha pubblicato pochi mesi fa il libro «Malaise dans la démocratie» (Stock) per parlare del malessere francese.

lunedì 7 novembre 2016

PSICO-SOCIOLOGIA. FENOMENI GIOVANILI IN ITALIA. NEET. D. DI VICO, In centomila chiusi nelle loro stanze Ragazzi che si ritirano dalla società, CORRIERE DELLA SERA, 6 novembre 2016

Ritiro sociale è un’espressione ancora poco nota. La utilizzano psicologi e operatori delle Onlus per definire i comportamenti del segmento più fragile dei Neet, i giovani che non studiano e non lavorano. Per avere un’immagine immediata di cosa significhi il ritiro sociale si può pensare a un ragazzo barricato nella sua cameretta con le tapparelle abbassate, il computer sempre acceso, musica e libri, il cibo consumato lì in una segregazione auto-imposta. Il fenomeno è molto conosciuto in Giappone — li chiamano hikikomori — ed è iniziato negli anni 80. 

giovedì 3 novembre 2016

ANTROPOLOGIA. GLI INDIGENI SIAMO NOI (2012)

L'idea di base è semplice: invece di andare in paesi sperduti a studiare i popoli indigeni, scambiamo i ruoli e chiediamo ad alcuni membri di una tribù del Vanuatu di diventare antropologi e di venire a studiare l'uomo occidentale nel suo habitat.
Tra risate franche e perle di saggezza, questi uomini che alcuni definirebbero "selvaggi" ci rivelano quello che siamo e ci danno un insegnamento commovente di semplicità, promuovendo la fratellanza e l'umiltà...
La serie (2012) mette insieme due show di grande successo, Selvaggio a chi? – Meet The Natives ed Esplorazioni al contrario – Reverse Exploration.


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