sabato 25 aprile 2015

NEUROSCIENZE. LEGGERE PRECOCEMENTE AI BAMBINI SVILUPPA IL LINGUAGGIO. REDAZIONE, Leggere ai bambini prima della scuola li aiuta nel linguaggio, CORRIERE DELLA SERA, 25 aprile 2015

Molto spesso i genitori iniziano a leggere libri ai loro bambini anche quando sono molto piccoli, nella speranza che questo possa facilitarli nel linguaggio e farli affezionare alla lettura. Adesso ci sono le prove scientifiche del beneficio di questa attività proprio in questi termini.

martedì 21 aprile 2015

lunedì 20 aprile 2015

TANATOLOGIA E IBERNAZIONE. J. STORNI, «Rinascerò fra 300 anni» speranze e certezze dei futuri ibernati italiani, CORRIERE DELLA SERA, 5 marzo 2015

Forse c’è vita dopo la morte. Tra 500 anni potremmo risorgere, magari tra mille. E quando ci risveglieremo, potrebbero esserci le cure che ci faranno guarire dai mali per cui siamo morti. Così continueremo a vivere ancora a lungo, dopo un decesso soltanto temporaneo.

VIDEO. http://www.corriere.it/inchieste/rinascero-300-anni-speranze-certezze-futuri-ibernati-italiani/f290240a-c0ca-11e4-b2c9-4738a8583ea9.shtml

NEUROSCIENZE. ADOLESCENZA E AGGRESSIVITA'. E. DI PASQUA, L’attitudine alla ribellione? Nasce (anche) dalla lontananza dai genitori, CORRIERE DELLA SERA, 20 aprile 2015

La vicinanza del genitore spinge il ragazzo a comportarsi in modo meno avventato e inibisce un senso di ribellione amplificato invece dalla vicinanza ai propri simili. Lo dice uno studio americano che è la dimostrazione pratica e fotografica che il presidio genitoriale funziona, anche quando l’insofferenza dei ragazzi alla vista dei genitori è alle stelle.

MASS MEDIA TELEVISIONE ITALIANA. S. BALASSONE, Sabato pomeriggio in tv, confronto Italia Uk: da noi abbondanza stracciona, IL FATTO, 20 aprile 2015

La struttura delle tv italiana è lontana dal pur celebratissimo modello inglese. Le differenze più evidenti riguardano: 1) le finanze, perché oltremanica canone e pubblicità si respingono come l’acqua e l’olio e non capiterà mai, come è proprio della Rai, che confluiscano nel canale e nel medesimo bilancio; 2) da noi i canali “generalisti” sono “sette”, come i vizi capitali, mentre lì si fermano a cinque, come le virtù del kung fu.

CINEMA E SOCIETA' ITALIANA. A. SAINATI, Festival di Cannes 2015: l’Italia della Croisette e l’Italia del cinema quotidiano, IL FATTO, 20 aprile 2015

Che tipo di segnale è quello della presenza massiccia del nostro grande cinema al Festival di Cannes di quest’anno? E’ il segno che qualcosa si muove nel pachiderma produttivo dell’industria italiana oppure è il segno che come sempre viaggiamo all’ombra dell’invenzione singolare, dell’autorialità riconosciuta, della produzione di ambizione internazionale?

SOCIETA' E RELIGIONI DEL FUTURO. M. VENTURA, Diventeremo un po' più monoteisti, LA LETTURA, 19 aprile 2015

Come sarà la mappa religiosa del mondo di domani? Come cambierà la fisionomia delle varie aree del pianeta? Quali religioni si espanderanno, quali si ritireranno? In virtù di quali fattori? Tenta di rispondere a queste domande lo studio sul Futuro delle religioni del mondo con il quale l’istituto americano Pew Research Center prevede la parabola delle maggiori fedi tra 2010 e 2050.

PSICOLOGIA SOCIALE. CINISMO E SOCIETA' CONTEMPORANEA. C. GAMBERALE, Cinismo, LA LETTURA, 19 aprile 2015

Ore 04.50, Aeroporto di Fiumicino.
— Libero?
— Più libero di così. Sto qui fermo senza alzare un euro da sei ore. Dove andiamo?
— In quella via, a quel numero.
— La tariffa è fissa, lo sai sì? Non è che poi mi fai storie?
— Tranquillo, lo so.
— Torni da una vacanza?
— Più o meno. Sono andata a trovare una mia amica in Kenya.
— Dove c’è stato il casino?
— No. Ero a Diani, a duemila chilometri da Garissa.
— Comunque forse quei poveracci che so’ morti staranno meglio adesso di come stavano prima.
— In che senso?
— Perché, a te che ci sei stata ti pare che in Africa la gente se diverte? Che sta bene? Noi comunque c’abbiamo poco da ridere, eh: stiamo a fare la stessa fine loro. In Canada, me ne dovevo rimanere.
— Invece?
— Invece mio padre s’è ammalato, non poteva più guidare, so’ tornato, ho ficcato in saccoccia la laurea in giurisprudenza e ho preso il taxi al posto suo: sennò le cure come se le pagava? Tanto è morto uguale. E mia madre gli è andata dietro, secondo me s’è fatta morire per non lasciare a me il problema che la dovevo campa’. Che schifo di Paese. Che schifo di vita.
— … non ce l’hai una fidanzata?
— Io? Ma che sei scema? C’ho in affitto una stanza fuori Roma, a Marina di San Nicola, ’ndo la metto una donna? E poi ci manca solo che trovo una come quella di dieci anni fa, che m’ha mollato subito dopo che è morta mamma. No, no. Per carità. Grazie donne, ma state lontane.
— …
— …
— Certo che però all’alba Roma è talmente bella…
— Aspetta un’ora ché ricomincia il delirio e poi te lo farei vedere io quant’è bella, Roma.
— Senti, scusami. Però non puoi fare così. Uno spunto da cui ricominciare devi trovarlo. Eddai.
— Uno spunto? Ricominciare? Guarda, l’unico spunto me lo dà qualcuno se mi presta ’na calibro 38, così mi sparo in testa e tolgo il disturbo.

lunedì 13 aprile 2015

PSICO-SOCIOLOGIA DEL CALCIO. EDUARDO GALEANO. M. CROSETTI, Le miserie del calcio secondo Galeano "Poveri atleti, ubriacati dal successo", LA REPUBBLICA, 5 giugno 2011

ASTI - I sogni, il mistero, le illusioni, la tecnica, ma soprattutto la bellezza. Il calcio, per Eduardo Galeano, è un favoloso groviglio di splendore e miserie: questo il titolo di un suo famoso libro che è, ormai da anni, un classico. E attorno alle due parole-chiave, splendore e miseria, ruotano anche questi giorni convulsi per il nostro povero pallone.

sabato 11 aprile 2015

LA (SORPRENDENTE) RI-SCOPERTA DELLA VIOLENZA. D. DI CESARE, La violenza che frantuma il racconto del progresso, CORRIERE DELLA SERA, 11 aprile 2015

La violenza è entrata anche nelle aule di un tribunale - il luogo in cui alla violenza si dovrebbe porre riparo, la sede della giustizia. Un’arma è passata inosservata. Ancora una volta a cadere sono stati civili indifesi; tra questi un magistrato che attendeva al suo dovere. Odio, rabbia, risentimento, disperazione - la violenza ha motivazioni diverse e innumerevoli volti. Escogita nuovi orrori, si avvale di inventiva e astuzia, più spesso di quanto non si creda. Dato che per definizione non ha limiti, è in grado di assumere continuamente forme inedite. 

venerdì 10 aprile 2015

EVOLUZIONISMO. LE OSSA DI LUCY. P. VIRTUANI, La nostra antenata Lucy: una delle sue ossa è di un babbuino, CORRIERE DELLA SERA, 10 aprile 2015

Una delle 88 ossa di Lucy, il più famoso resto fossile di un progenitore umano, scoperto in Etiopia nel 1974 e datato 3,2 milioni di anni fa, non appartiene alla specie Australopithecus afarensis (cioè a un nostro lontano parente) ma è un osso di babbuino. La notizia è stata anticipata nell’edizione online di New Scientistmentre lo studio sarà presentato la prossima settimana al convegno annuale della Paleoanthropology Society degli Stati Uniti che si terrà a San Francisco.

giovedì 9 aprile 2015

GODIMENTO E DESIDERIO. LA POLEMICA SUI PADRI. P. GERVASI, Senza padre. Recensione a P. Godani, Senza padri, DOPPIOZERO, 9 aprile 2015

Nel luglio 2014 Matteo Renzi parlava a Strasburgo della necessità da parte dei giovani italiani di riconoscersi come la “generazione Telemaco”, la generazione di coloro che devono “meritarsi l’eredità”. Il Presidente del Consiglio non citava Omero, bensì rimasticava un libro dello psicoanalista Massimo Recalcati, Il complesso di Telemaco (Feltrinelli, 2013) . La riflessione di Recalcati sulla ricerca della funzione paterna si inseriva in un più ampio progetto di individuazione di una sintomatologia sintetizzata nella metafora della “evaporazione del padre”, che emblematizza la dissoluzione dei limiti, dei legami, dei principi di mediazione prodotta dal capitalismo contemporaneo per assicurare campo aperto al godimento compulsivo del consumo. 

TEORIA DELLE DECISIONI. NEUROSCIENZE. G. MARTINO, Istinto o ragione? Chi decide davvero per te, LA STAMPA, 8 aprile 2015

Quante decisioni, tra le tante possibili, siamo costretti a prendere ogni giorno? Forse non ne teniamo nemmeno il conto: sono una miriade: da quelle più banali (tè o caffè?) alle più importanti (a che corso di laurea mi iscrivo?). Sappiate che, secondo neurologi e neuroscienziati, molto spesso, quando compiamo una scelta, ci pentiamo o non sappiamo spiegare perché abbiamo preferito comportarci in un certo modo e non in un altro: pensiamo di decidere razionalmente per poi comportarci in modo irrazionale. 

DIPENDENZE DA LAVORO. E. MURGESE, “In Italia ero drogata di lavoro. Oggi a Capo Verde vivo senza stress e cellulare”, IL FATTO, 9 aprile 2015

La piccola Ilha do Sal (l’Isola del Sale) sembra essere l’ultimorifugio degli italiani. “Qui atterra tanta gente con in valigia la speranza di recuperare la voglia di vivere”. Anche Carmen Vurchio, torinese di 42 anni, nel 2011 ha scelto una delle dieci isole dell’arcipelago di Capo Verde come nuova patria. In giro sull’isola si sentono accenti cinesi, spagnoli, portoghesi, ma soprattutto italiani.

martedì 7 aprile 2015

MATERNITA' SI O NO. F. SIRONI, Non avere figli, racconti di una scelta difficile "Troppa ostilità contro le coppie child free", L'ESPRESSO, 7 aprile 2015

n racconto di scelte. Di decisioni che cambiano la vita. È un saggio che - potremmo dire - in fondo paga tributo ai genitori, perché alla sua radice dice: "Hey, questo è un lavoro difficile e importante, adatto solo a chi se la sente veramente». CosìMegan Daum, opinionista del Los Angeles Times, presenta in un' intervista il suo ultimo libro , appena pubblicato negli Stati Uniti con il titolo, ironico, di: "Egoisti, superficiali ed egocentrici - sedici scrittori sulla decisione di NON avere figli".

lunedì 6 aprile 2015

GRAN BRETAGNA. CAPITALISMO COMPULSIVO. REDAZIONE, Cameron rivoluziona le pensioni Hai 55 anni? Puoi ritirare i contributi, CORRIERE DELLA SERA, 6 aprile 2015

Prendi i soldi e scappa. È quello che da oggi nel Regno Unito potrebbero fare migliaia di lavoratori con l’entrata in vigore della riforma delle pensioni. In base a quella che viene considerata una delle principali riforme varate dal governo Cameron, da oggi ciascun lavoratore con 55 anni di età potrà ritirare tutto il montante dei contributi previdenziali annui da lui versati nella propria vita lavorativa.

domenica 5 aprile 2015

CRITICA DELLE NUOVE TECNOLOGIE. DIPENDENZE DA TECNOLOGIE. REDAZIONE, Nomofobia, psichiatra: “La dipendenza da smartphone fa perdere controllo realtà”, IL FATTO, 5 aprile 2015

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/04/05/nomofobia-pscichiatra-dipendenza-da-smartphone-fa-perdere-controllo-della-realta/356734/

Senza smartphone non riuscirei a vivere, mi verrebbe l’ansia”, dicono in molti. Si scrive nomofobia, si legge ‘stato ansioso che si manifesta quando non è possibile usare il telefono cellulare‘. La parola deriva proprio da ‘no-mobile‘ e un numero sempre maggiore di italiani sembra soffrirne, tanto che il termine è stato inserito all’interno del vocabolario Zingarelli 2015 come nuovo lemma. 

SOCIETA'. SPAGNA. DE-INDUSTRIALIZZAZIONE E DESERTIFICAZIONE. La Spagna che non c'è più, INTERNAZIONALE, 2 aprile 2015


Il processo di deindustrializzazione e di spopolamento cominciato in Spagna negli anni cinquanta non si ferma, e oggi nel cuore dell’Europa c’è un territorio ormai semideserto.

http://www.internazionale.it/foto/2015/04/02/spagna-deserta-foto

SOCIETA'. GIAPPONE. ANZIANI MUOIONO IN SOLITUDINE. INTERNAZIONALE, 2 aprile 2015


http://kikukula5.blogspot.it/2015/04/societa-giappone-anziani-muoiono-in.html

SOCIETA'. CINA FRA MAOISMO, COMUNISMO, CAPITALISMO. G. SANTEVECCHI, DA CORRIERE DELLA SERA, 5 aprile 2015


http://kikukula5.blogspot.it/2015/04/cina-campagna-maoismo-comunismo-e.html

CINA. CRITICA DELLE NUOVE TECNOLOGIE. TECNOLOGIE E DIPENDENZE DA INTERNET. G. BATTAGLIA, Addicted. i ragazzi del web di Pechino, IL MANIFESTO, 4 aprile 2015

 La ragazza cam­mina len­ta­mente lungo una fila di pan­chine di cemento, alta e magra nella sua uni­forme mili­tare. È sola. Si avvi­cina e squa­dra l’intruso attra­verso le spesse lenti da vista: «Sei euro­peo, vero? Cono­sci Amé­lie (Tian­shi ai meili)?»

STRATIFICAZIONE SOCIALE. IL CETO MEDIO IN CINA. G. B., Danzare, ma con le dovute regole, IL MANIFESTO, 4 aprile 2015

 5 marzo 2015. Sui mar­cia­piedi, ma anche sotto i ponti e nelle spia­nate dei cen­tri com­mer­ciali. Le città cinesi si riem­piono ogni giorno, verso sera, di per­sone che fanno danze col­let­tive di strada. Sono soprat­tutto donne, anziane e di estra­zione popo­lare.

sabato 4 aprile 2015

RICCHEZZA E POVERTA'. GIOVANI RICCHI DI OGGI NEL MONDO. REDAZIONE, Orologi, jet privati e armi: ai giovani ricchi serve un social manager, CORRIERE DELLA SERA, 4 aprile 2015

Alcool, armi, orologi costosi, elicotteri, piscine e yacht. Il limite è la fantasia. Anzi, i limiti non esistono praticamente più da quando i giovani rampolli con ingenti patrimoni alle spalle possono sfoggiare (e sfogare) tutta la loro ricchezza sui social network. Foto, selfie e persino wealfy, che è il termine coniato dalla fusione di selfie e wealthy. Autoscatti sfarzosi nelle situazioni più incredibili e assurde: i figli dei 1.826 miliardari di tutto il mondo non sono abituati a controllarsi offline e non hanno intenzione di iniziare a farlo in Rete. A meno che non intervengano gli assennati genitori. Arriva dal Regno Unito la tendenza di assumere dei social media manager, altrimenti detti specialisti dell’utilizzo di Facebook, Instagram e simili, per tenere d’occhio le gesta digitali degli agiati pargoli. Il motivo è facilmente intuibile: un domani quanto pubblicato durante l’adolescenza potrebbe compromettere, se non i classici colloqui di lavoro cui si devono sottoporre i comuni mortali, incontri e contatti professionali. 
Un viaggio negli scatti del noto blog Rich Kids of Instagram è sufficiente per rendersi conto di cosa stiamo parlando

http://www.corriere.it/foto-gallery/tecnologia/social/15_aprile_03/instagram-rich-rolex-jet-privati-sballo-social-network-a86b153e-d9f1-11e4-9d46-768ce82f7c45.shtml

venerdì 3 aprile 2015

MODA E ANORESSIA. ALCUNI CASI. REDAZIONE, Modella muore sei mesi dopo la sorella, CORRIERE DELLA SERA, 15 febbraio 2007

MONTEVIDEO - Soltanto sei mesi fa se n'era andata la sorella maggiore, Luisel, stroncata a 22 anni da un infarto mentre sfilava in passerella a Montevideo dopo una lunga e ferrea dieta. Ora la stessa malaugurata sorte è toccata a lei: Eliana Ramos, anche lei modella, appena diciottenne, è uscita per sempre dal palcoscenico della vita. E' stata la nonna, con cui viveva, a trovarla sdraiata a terra esanime nella sua abitazione. 
L'autopsia ha accertato che il decesso della ragazza è stato causato da un'emorragia cerebrale, ma non è stato confermato che sia riconducibile a disordini alimentari, come ipotizzato dalla stampa uruguyana che parla di «morte improvvisa» associata a «un quadro di alimentazione deficitaria».


MODA E ANORESSIA. ALCUNI CASI. REDAZIONE, Modella brasiliana stroncata dall'anoressia, CORRIERE DELLA SERA, 20 novembre 2006

SAN PAOLO (BRASILE) - Bellissima e ossessionata dal cibo. Disinvolta davanti all'obiettivo e impacciata a tavola. Alla lunga non ce l'ha fatta: e a soli 21 anni la modella brasiliana Ana Carolina Reston Macan è morta. A ucciderla è stata l'anoressia: pesava soltanto quaranta chili distribuiti su 174 centimetri di altezza. Ana aveva sfilato l'ultima volta un mese fa in Giappone. Poi il 21 ottobre era stata ricoverata in ospedale per insufficienza renale: il quadro clinico si è ulteriormente complicato per l'insorgere di una forma di setticemia, un'infezione contratta per lo stato di deperimento fisico in cui si trovava (la sua pressione oscillava tra 30 e 50).

FRANCIA. MODA E DIPENDENZE. REDAZIONE, Francia, il Parlamento vieta le modelle troppo magre, LA STAMPA, 3 aprile 2015

L’Assemblea nazionale francese ha approvato la proposta di legge per vietare alle agenzie di casting di far sfilare modelle troppo magre, con indice di massa corporea sotto la soglia di denutrizione. Inserita in un emendamento alla riforma del sistema sanitario, proposto dal deputato socialista Olivier Veran, la misura aveva subito ottenuto il sostegno del ministro della Sanità Marisol Touraine, secondo cui la promozione di un modello di bellezza fondato sulla magrezza eccessiva è «preoccupante».

CRITICA DELLE NUOVE TECNOLOGIE. SOCIAL MEDIA E DIPENDENZE PATOLOGICHE. A. DI PIETRO, Quando i social ti bruciano e devi scappare nel mondo reale, LA STAMPA, 3 aprile 2015

L’opinionista francese Guy Birenbaum ha scritto «Vous m’avez manqué - Histoire d’une dépression française» (Arènes) per raccontare come è uscito da una depressione di cui l’iperconnessione era un sintomo, non la causa. Per fortuna, non un peana contro i social ma la sua storia personale di “naufrago di Twitter” (definizione di Le Monde), “pieno di rabbia” e “schiantato dalla violenza” dei commenti razzisti e xenofobi. Birenbaum non li ignorava né li faceva scivolare, al contrario, gli permetteva di entrare dentro di lui, ad essi reagiva e a sua volta ne scatenava altri in un flame che poi finisce per bruciarti davvero anche fuori dal video.  

DIPENDENZE PATOLOGICHE DA FITNESS. A. LUCATTINI, La dipendenza da fitness: come riconoscerla e uscirne, LA REPUBBLICA, 3 aprile 2015

L'esercizio fisico quotidiano moderato fa sicuramente bene, dieci minuti al giorno di attività regolare migliorano l'umore, riducono il rischio di depressione, abbassano i livelli d'ansia, scaricano la rabbia, alleviano i dolori fisici, aiutano a controllare il livello del colesterolo nel sangue, proteggono il cuore, contribuiscono a sentirsi meglio e a invecchiare bene. L'attività fisica sposta anche i traguardi da raggiungere, piccoli o grandi che siano, con grandi soddisfazioni personali: fa sentire più forza fisica e resistenza, rende più soddisfatti e sicuri, permette di entrare meglio nei vestiti.

CRITICA DELLE NUOVE TECNOLOGIE. MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA. SOCIAL NETWORK E DIPENDENZE PATOLOGICHE. S. MONTEFIORI, L’opinionista da 145 mila follower: “L’ansia da tweet mi ha rubato la vita”, CORRIERE DELLA SERA, 3 aprile 2015

Nel 2013 Guy Birenbaum lavora alla radio. Per produrre un minuto e 30 di trasmissione nel prime time della mattina Guy sta al computer fino a mezzanotte e si sveglia prima delle cinque; per tutta la giornata twitta, instagramma, naviga. Quando accompagna le figlie a scuola, «non so dire come scendo le scale a chiocciola di casa, né chi porto davvero a scuola. 

mercoledì 1 aprile 2015

DEPRESSIONE, POLITICA E PSICOLOGIA. F. BERARDI BIFO, Nella cabina di pilotaggio, ALFABETA 2, 31 marzo 2015

Dicono che il giovane pilota Andreas Lubitz avesse sofferto di crisi depressive e avesse tenuto nascoste le sue condizioni psichiche all’azienda per cui lavorava, la Lufthansa. I medici consigliavano un periodo di assenza dal lavoro. La cosa non è affatto sorprendente: il turbo-capitalismo contemporaneo detesta coloro che chiedono di usufruire dei permessi di malattia, e detesta all’ennesima potenza ogni riferimento alla depressione.



DEPRESSIONE E PSICOLOGIA. IL CASO LUBITZ. P. BARBETTA, Nell'anima di Andrea Lubitz, DOPPIOZERO.COM, MARZO 2015

Cosa nascondeva nell'anima Andreas Lubitz? Perché ha commesso quel gesto? Non lo sapremo mai. Ciò che possiamo conoscere è la storia dei discorsi che il gesto di Lubitz ha suscitato. Molte ripetizioni, poche differenze. La storia del pilota suicida/omicida ha fatto il giro delle opinioni, delle valutazioni, dei confronti. La maggioranza ha decretato che era matto, nel senso delle categorie diagnostiche. Ha vinto la “depressione”, soprattutto qui da noi, poi il “burn-out”, che è prevalso presso l'opinione pubblica tedesca. Germania, paese così arretrato da non avere ancora digitalizzato il sistema sanitario nazionale, per cui, cosa che in un paese moderno non potrebbe accadere, a uno basta stracciare una diagnosi per far sparire la malattia. L'episodio clinico di Lubitz getta una luce sinistra sul paese che ha fatto, dal 1875 in poi, dell'efficienza il proprio vanto.


INTOLLERANZA IN ITALIA. UN VIDEO EMBLEMATICO. VOXDIRITTI


DEPRESSIONE E PSICOLOGIA. IL CASO LUBITZ. M. RAHIM, Don’t blame depression for the Germanwings tragedy, THE GUARDIAN, 27 marzo 2015

News of the Germanwings crash which left 150 dead has, inevitably, led to questions about what went wrong. In the absence of any technical fault, attention has shifted to Andreas Lubitz, the pilot who appears to have deliberately caused the crash. Reports are now suggesting that Lubitz had a history of depression. Predictably, this has resulted in a barrage of stigmatising, fear-mongering media reports, both in the UK and internationally.
M. Rahim è una psicologa clinica

DEPRESSIONE E PSICOLOGIA. IL CASO LUBITZ. P. ETCHELLS, Claims about Andreas Lubitz's mental health only serve to stigmatise depression, THE GUARDIAN, 27 marzo 2015

Whenever a major disaster occurs, it’s a perfectly understandable human reaction that we need to find a reason behind it. However, trying to make sense of a terrible situation is one thing, and falling over ourselves to jump to ridiculous conclusions is quite another. And quite frankly, the UK press should be downright ashamed of themselves today. The way in which they’ve covered the news that Germanwings pilot Andreas Lubitz may have had depression is abhorrent.

P. Etchells è un socio-biologo

DEPRESSIONE E PSICOLOGIA. IL CASO LUBITZ. Les articles sur la dépression de Lubitz stigmatisent les malades, LIBERATION, 27 marzo 2015

#crash. 
Les articles sur la dépression d'Andreas Lubitz ne font que stigmatiser cette maladie et ceux qui en souffrent, affirme Pete Etchells, chercheur en psychologie biologique, dans un article paru sur le site duGuardian. Selon lui, en établissant un lien entre la maladie de Lubitz et son choix de crasher de l'A320 dans les Alpes, les médias anglais (mais nul doute que les Français seraient aussi concernés) font preuve d'«une ignorance à couper le souffle à propos des problèmes mentaux». D'abord, souligne-t-il, il est impossible d'établir un lien clair entre cette maladie et les dernières actions de Lubitz aux commandes de l'avion ; ensuite, «la dépression ne vous donne pas envie de tuer des gens».

GIUSTIZIA E DIRITTO IN ITALIA. G. C. CASELLI, Meredith e i mali del nostro processo, IL FATTO, 31 marzo 2015

Anche al netto delle reazioni scomposte che vi sono state, è purtroppo innegabile che la vicenda processuale legata all’omicidio di Meredith Kercher non giova alla credibilità della nostra giustizia.

ANTROPOLOGIA, PSICHIATRIA, CRIMINOLOGIA. A. CICCOZZI, Chiusura degli ospedali psichiatrici e buonismo: un pazzo assassino non è come un ‘ladro di pere’, IL FATTO, 31 marzo 2015

Il buonismo esiste. Non solo come atteggiamento di chi vuole apparire sempre buono più per la finalità narcisistica di ottenere una valutazione positiva di sé da parte del prossimo che per quella di realizzare effettivamente propositi di bontà, tanto ostentati quanto vaghi e lontani. 

GRAN BRETAGNA. ADOLESCENZA E SESSUALITA'. E. DI PASQUA, Allarme pornografia: la dipendenza dei ragazzini «porno zombies», CORRIERE DELLA SERA, 1 aprile 2015

Un tempo (nemmeno troppo tempo fa) per leggere un giornaletto porno a 13 anni bisognava sperare nel buon cuore e nella comprensione di un magnanimo edicolante oppure fare appello al contrabbando famigliare gestito da qualche fratello maggiore. 

PUBBLICITA' E SESSISMO. E. BURCHIA, Pubblicità sessiste, gli anni 50 sono finiti?, CORRIERE DELLA SERA, 1 aprile 2015

Le casalinghe felici non possono guidare le automobili, ma solo accendere l’aspirapolvere. Così veniva dipinta la donna nella pubblicità degli anni cinquanta e sessanta. Oggi, molti di quegli spot verrebbero censurati per il loro contenuto sessista e umiliante. I tempi sono cambiati. Oppure no? Quegli stereotipi di genere ancora esistono? E forse per mancanza di creatività, di idee o “semplicemente” di cultura, l’utilizzo del sesso e della donna come oggetto sono ancora utilizzati nella pubblicità? Ecco una carrellata di réclame (innegabilmente sessiste) di oltre cinquant’anni fa messe a confronto con alcuni duplicati moderni(di Elmar Burchia)
http://www.corriere.it/foto-gallery/tecnologia/cyber-cultura/15_aprile_01/pubblicita-spot-sessista-donna-oggetto-cultura-genere-4c4a02a4-d85e-11e4-9d80-6397ff38e0a5.shtml